giovedì 28 febbraio 2013

Altri tipi di mortificazione domestica

"Farsi una famiglia" significa spesso confinarsi in uno spazio fisico e mentale determinato, in cui tutti si accomodano con le proprie aspettative. Per una donna, scardinare la presuntuosità di queste aspettative è una fatica immane. Il tempo sottratto a lavoro e famiglia viene percepito con diffidenza, spesso ostacolato, e comunque mai incoraggiato, se va ad intaccare il surplus di attenzioni di cui ciascuno si sente privato. Figli, partner, genitori. Fino alla mortificazione di sé.
Che è un altro tipo di femminicidio, sottile e bastardo.
Rinunciare ai propri spazi per paura del pregiudizio, della colpevolizzazione cui siamo sottoposte da un retaggio culturale resistente e dominante, rassegnarsi all'idea di multitasking con cui ci martirizziamo le ovaie da secoli, come se Simone de Beauovoir non fosse mai passata su questo pianeta, significa gettare nel futuro i semi di questo limite anche per le prossime generazioni. Ma significa anche adesso, concedere agli altri di pensare che quello sia il vostro spazio e basta come se non ne esistessero altri da rivendicare.
Fate quel che vi piace, il più possibile, fatelo a prescindere dalla necessità impellente che i grembiuli dei vostri figli siano in ordine, non sia mai che abbiano una manica spiegazzata, andate al cinema, uscite, leggete, divertitevi il più possibile.
Leggerezza, Signore mie.
Nessuno ha più bisogno di piantonare con ossessione l'idea che si sia in grado di gestire impeccabilmente anche la complessità. Lo si dimostra quotidianamente da millenni.

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